In questi giorni di grande maltempo, qui nella bassa Val Metauro, si attende con speranza la nevicata decisiva, quella che ricopre ogni cosa di bianco e smorza la frenetica vita di oggi giorno. Proprio quest'ultima "qualità" della neve mi fa tornare in mente la bella imbiancata che giunse fino a mare nel dicembre 2010. Nelle ore precedenti la grande "bufata", stavo gironzolando nelle colline a nord di Fano in cerca di begli scorci d'ammirare, fin quando il mio pensiero si rivolse al vicino Eremo di Monte Giove.
Il cenobio sorge sul colle più elevato attorno a Fano, luogo panoramico d'eccezione sulla città e non solo, distaccato dai subbugli urbani, vive nel più austero silenzio come si confà ad un luogo di spiritualità.
La neve che stava cadendo nel momento in cui arrivai a Monte Giove, rendeva il luogo ancora più solenne e sacrale, man mano tutto iniziava ad imbiancarsi in una quiete imperante. In un luogo simile è già difficile rumoreggiare in condizioni normali, in quel momento era impossibile, arrivato alla soglia in punta di piedi, più mi trattenevo più mi sentivo rimpicciolire, un intruso giunto a dissacrare il tempio sulle nuvole.
Le foto di quelle avvisaglie di bufera all'Eremo di Monte Giove:
Il vialetto che conduce alle porte dell'eremo tra i primi fiocchi di neve.
La porta e dietro già s'intravede l'orologio posto sulla chiesa.
La porta diventa la fessura da dove poter sbirciare l'interno di uno scrigno.
Sempre più vicino...
Sempre più vicino.
Eccola la chiesa nella sua interezza con i suoi vialetti e prati semi imbiancati dalla neve.
Una palma a far contrasto alla neve.
Avvicinandomi sempre più alla chiesa subisco la sua imponenza complice il lungo vialetto dalla visuale libera e dagl'alti cipressi che da dietro paiono farle sostegno.
Mentre faccio dietro front noto finalmente la spiccata simmetria degli edifici dell'eremo, nel frattempo la neve si fa incalzante...è ora di andare.
Qui di seguito trovate anche il link della comunità monastica:
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